Giornale del Mediterraneo, 3 maggio 2013
I reparti Territoriali e Territoriali Mobili prima e, dal 1942, le Divisioni, le Brigate e i Reggimenti Costieri (subito dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale) costituirono il primo nucleo difensivo, l’iniziale baluardo contro un’invasione nemica dal mare, un’aggressione, resa oramai sempre più incombente e minacciosa sul suolo italico. Agli inizi del 1941, lo Stato Maggiore Italiano, provvide a far rinsaldare e concepire nuove opere difensive lungo i litorali.
Il progetto consisteva in un articolato rafforzamento delle strutture militari, essenzialmente già esistenti; si trattava di difese campali su spiaggia, oppure batterie in sede fissa di Esercito, Marina e Milizia Dicat-Milmart, ubicati nei punti strategici e, la costruzione di nuove postazioni, in grado di resistere a un nutrito fuoco nemico. I lavori furono avviati, malgrado la carenza delle principali materie prime, determinate dalle precarie condizioni economiche che attanagliavano l’intera Nazione.
Ciò non di meno furono realizzate soddisfacenti opere difensive che furono distribuite capillarmente lungo il perimetro delle coste, nell’entroterra, nei nodi viari di particolare importanza, e nelle Isole minori.
I lavori si concentrarono maggiormente sulle due principali Isole, la Sicilia e la Sardegna. In Sicilia pertanto furono realizzate opportune strutture difensive, denominate: Posto di Blocco Costiero (PBC), Nuclei Fissi (NF), Posto di Osservazione Costiero (PBC) Capisaldi, Postazioni per mitragliatrici, Batterie antiaeree e navali sia mobili che campali.
Dato l’esiguo numero di militari, impegnati nei diversi fronti di guerra, furono concepiti e assegnati al presidio di queste strutture militari le Unità Costiere e Mobili.
La nuova forza era costituita da soldati provenienti dai Reparti Territoriali di seconda linea i cui membri erano formati da militari di leva più anziani. Si aggiunsero per la necessità di reclutare il maggior numero di militari, anche i Battaglioni Alpini, i Battaglioni Bersaglieri, i Battaglioni Fanteria, e i Battaglioni Milizia Confinaria.
E’ interessante qui riportare, quanto ha scritto Carlo Alfredo Clerici nel suo: - Le difese costiere italiane nelle due guerre mondiali - Albertelli Edizioni Speciali, Parma, 1996.
«Nel 1941 vennero costituiti undici settori di brigata costieri. Otto furono trasformati in divisioni costiere e tre in brigate; poco dopo venne formata una nona divisione costiera. Nel 1942 proseguì la formazione di settori di brigata costieri per costituire brigate o divisioni. Le unità costiere salirono così a 9 brigate e 13 divisioni.
Nel 1943 si raggiunse il livello di 11 brigate e 25 divisioni. Tutte queste unità non ebbero un organico omogeneo, anzi, estremamente variabile. Il battaglione costiero era costituito su due compagnie di fucilieri e due di mitraglieri (su quattro plotoni di tre armi). Le armi automatiche in dotazione erano 24 mitragliatrici e 24 fucili mitragliatori. I reggimenti costieri erano composti da 2, 3 o 4 battaglioni.
Le brigate erano formate da due reggimenti e le divisioni da due, tre o quattro reggimenti, a seconda del tratto di costa da difendere. Brigate e divisioni erano rinforzate anche da reparti di fanteria: battaglioni e compagnie mitraglieri, reparti motociclisti.
I reggimenti inquadravano inoltre una compagnia di ciclisti e i battaglioni un plotone celere, ciclisti o auto portato. L'artiglieria costiera - in media due batterie per battaglione - aveva un notevole sviluppo organico, anche se poteva disporre nella maggioranza dei casi di materiale antiquato o di preda bellica.
Il fabbisogno di truppe da impiegare nelle posizioni costiere andò crescendo di giorno in giorno e si giunse persino a creare reparti di alpini costieri. La cavalleria arrivò a destinare alla difesa costiera la maggior parte dei suoi quaranta gruppi appiedati.
Nella primavera del 1942, i comandi con competenza costiera nel territorio metropolitano subirono alcuni cambiamenti. La fascia tirrenica, dalla Spezia al Garigliano, nonché la Toscana, il Lazio e la Sardegna, furono poste alla dipendenza della ricostituita 5° Armata, comandata dal generale Mario Caracciolo di Feroleto. La fascia adriatica, da Trieste alle Marche, fu lasciata ai comandi di Difesa di Trieste e Bologna.
La costa abruzzese, attraverso il comando di zona di Pescara, dipendeva invece dalla 5° Armata, comandata dal generale Adalberto di Savoia-Genova, duca di Bergamo. Alla 6° Armata, comandata dal generale Ezio Rosi, restò la Sicilia.
Fino all'estate del 1942, poche divisioni mobili furono dislocate sul territorio del gruppo d'armate. In Sicilia, le divisioni “Aosta”, “Assietta” e “Napoli”. In Sardegna,la “Sabauda” e la “Calabria”.
In Italia meridionale, la “Superga”, la “Pistoia”, la“Bari” e la “Piceno”. In Toscana, la “Livorno”, la “Friuli” e la “Cremona”.
La “Pistoia” fu però destinata in Africa Settentrionale, dove giunse nella tarda estate del 1942. Le divisioni “Assietta”, “Napoli”, “Superga”, “Livorno”, “Friuli”, “Cremona” e“Bari” furono prescelte per operazioni di sbarco a Malta e in Corsica (operazioni C2 e C3).
Verso la fine del 1942, la penisola rimase praticamente senza forze mobili, se si eccettua la divisione “Piceno” nelle Puglie. Infatti, la “Superga” venne inviata in Tunisia; la “Bari” e la nuova divisione paracadutisti “Nembo” in Sardegna; la“Cremona” e la “Friuli” furono sbarcate in Corsica; tutte le altre divisioni mobili disponibili, inquadrate nella 4° Armata, occupavano il territorio francese sotto il controllo italiano.
Alla 4° Armata fu affidata la difesa delle coste di Provenza e di Liguria, fino a La Spezia esclusa. A questo scopo, furono lì dislocate alcune divisioni costiere».
In Sicilia negli anni 1942-1943
l’organizzazione delle Divisioni Costiere era così strutturata:
Divisioni costiere italiane in Sicilia (1942 - 1943)
XII° CORPO D’ARMATA SICILIA OCCIDENTALE
202ª
Gen. di Div. Gino Ficalbi
120° Rgt. Btg: 380 - 857 –387
– 497 – 245. 142° Rgt: Btg. 377 – 427 - 466 – 490,.124° Rgt: Btg. 376 – 386 -
543. Artiglieria: 43° raggruppamento, XX
gruppo, 1 btr. 149/35, 1 btr. 155/36, LVI gruppo, CCXVIII gruppo 100/22, CXLIII
gruppo 149/35, CXLI gruppo
75/27, CLVII
gruppo 149/19, LXXXVIII gruppo, CLXXII gruppo 105/28, XXII gruppo P.c.
207ª
Gen. di Div. Ottorino Schreiber (sostituito il 12
luglio dal gen. Augusto De Laurentis)
138° Rgt: Btg.
420, 388, 380, CIX mitr, btr. 150 105/27,139°Rgt: Btg. 419, 390, 538.Artiglieria:
12 ° raggrupp, CLX gruppo, btr. 485 149/35, btr. 487 149/35, XXXV gruppo, btr.
151 105/27, btr. 158 105/27, btr. 159 105/27, btr. 331 75/27, btr. 1° 100/22,
btr. 2° 100/22 ,CCXXXII gruppo, CXLV gruppo, btr. 152 105/27, btr. 198 105/27,
btr. 79 75/34. Rinforzi: 177°Rgt. Bers, 1’ comp. Motomitr, CIV battaglione
aleremo ro, treno armato R.M. 120/45, treno armato R.M. 76/40
Gen. di Div. Giovanni Marciani
133° Rgt: Btg. 244
- 423 – 498.147’Rgt: Btg. 438 - 539 - 378.Artiglieria: 28° Raggrupp, CCXV
gruppo
100/17, CXXIV
gruppo 105/44
136° REGGIMENTO COSTIERO AUTONOMO
(sottoposto al
comando della difesa porto Nord Palermo del Gen. di Brig. Giuseppe Molinero)
103° e 465°
Battaglione
XVI° CORPO D’ARMATA SICILIA ORIENTALE
206ª
Gen di Div. Achille D’ Havet
146° Rgt: Btg.
430,437,374 tre comp. Mitraglieri.122° Rgt: Btg. 243, 375,123'Rgt: Btg. 381,
383, 542Artiglieria: 44° raggrupp. CLXIV gruppo 149/35, btr. 79°, 80°, 81°,
CCXXIV gruppo 100/22, btr.1°-2°-3°, CII gruppo 75/06, btr. 47°, 48°, 52° 53°,
54', CLXI gruppo 149/35, CLXII gruppo 149/35, btr. 74a ,btr. 73, 227° 105/14.
Rinforzi: CCXXX Btg. semoventi 47/32
213ª
Gen. di Div. Carlo Gotti
135° Rgt: Btg.
369, 102, Btg. autonomo 372, 55' compagnia mitrag.Artiglieria: CXLIV gruppo
305/17, btr. 275°, 276°, XXX gruppo, btr. 162 149/35, btr. 165° 149/35, btr.
226° 105/14, btr. 153° 105/27, btr. 3° 149/19, btr. 182° 105/27, CCXXX gruppo
100/22 (tre batterie) Con compiti e di presidio e difesa della fascia costiera
Jonica da Acireale ad Alì (Me)
19ª BRIGATA
Gen. di Brig. Giovanni Bocchetti
179°Rgt: Btg. 435,
500.140°Rgt: Btg. 101, 447. Artiglieria:Quattro btr. 75/27, quattro btr.
I22/45, una btr. 105/28. Rinforzi: 61° raggrupp di artiglieria, 52° comp.
Motociclisti, XVI Btg. c.c. Con compiti e di presidio e difesa della fascia
costiera Tirrenica da S. Stefano di Camastra a Capo Rasocolmo (Me)
18ª BRIGATA
Gen. di Brig. Orazio Marescalco
178° Rgt: Btg.
541, 389.134°Rgt: btg 429, 384. Artiglieria: 6° raggrupp., CLXII gruppo I49/35,
btr. 75', XXI gruppo 75/27/06, Btr 49°-330- 452 + altre 2, 288° btr 155/36,
CLIX gruppo 100/22, 1-2-3° btr, 81° btr 75/34;
7 treni armati:
152 mm (antinave) a Termini Imerese, 152 (antinave) a Carini, 102 (contraerei)
a Siracusa, 120 e 76 (antinave e contraerei) a Porto Empedocle, 76 (contraerei)
a Licata, 76 (contraerei) a Mazara del Vallo, 120 “(antinave) a Catania (più
mitragliere di vario calibro)
136° Reggimento Territoriale Mobile (costiero) costituito il 20/10/1941
Comando dell'Aeronautica della Sicilia (gen. di Div.
aerea Adriano Monti) e la
Difesa Contraerea Territoriale.
Lo sbarco anglo-americano in Sicilia avvenne nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943 nel tratto di costa tra Scoglitti e Licata. L’operazione militare Alleata chiamata in codice "Operazione Husky", vide la concentrazione di un’impressionante macchina da guerra: navi, truppe, imbarcazioni anfibie, mezzi corazzati che si riversarono sulle coste siciliane. Malgrado l’inferiorità numerica, i soldati italiani, congiuntamente ai reparti dell’Asse, si batterono valorosamente. Lo scontro fu molto cruento specialmente nei primi tentativi degli Alleati di raggiungere Gela.
Il violento combattimento si può riassumere attraverso la testimonianza del Tenente Colonnello Dante Ugo Leonardi comandante del 3° Battaglione del 34° Reggimento Fanteria Livorno, il giorno 11 luglio 1943 : “Oh si, credo che l'inferno di Satana sia nulla di fronte alla lotta sostenuta nella piana di Gela!”. Il cruento scontro avvenuto nella piana gelese, il giorno 10 e 11 luglio del 1943, vide opporsi nel tentativo di ritardare l’avanzata anglo-americana, il 429° Battaglione Costiero, le Divisioni Hermann Goering e Livorno contro la 7ª Armata del generale Patton con le tre Divisioni: la 3^ la 1^ e la 45^.
Il mirato cannoneggiamento navale americano (segnalato dai loro ricognitori) verso le postazioni italiane, favorì lo sbarco e l’avanzata delle truppe statunitensi. Il 17 agosto 1943 con l’occupazione Alleata di Messina si conclude l’Operazione Husky.
I soldati dell’Asse avendo
mantenuto un’azione di contenimento e approfittando anche delle fasi concitate
dell’esercito anglo-americano, attraverseranno facilmente lo Stretto di Messina
per convogliarsi in Calabria, saranno proprio queste unità che contrasteranno
successivamente l'avanzata Alleata in Italia.
Si ringrazia per gli utili suggerimenti, il Colonnello Mario Piraino (Direttore della Biblioteca di Presidio del Comando Regione Militare Sud) e per la lettura critica del testo, il dott. Daniele Grioni dell’Associazione Studi Storici Fortificazioni Sardegna (A.S.S.FORT. SARDEGNA).
Bibliografia e sitografia:
Carlo Alfredo Clerici, Le difese costiere italiane nelle due guerre mondiali, Storia Militare, 1996.
Foto di copertina: Domenica del Corriere Anno 45 n. 12 del 21 marzo 1943 XXI, collezione privata
Giuseppe Longo
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