Cefalunews, 13 gennaio 2014
Continuano gli studi sulle fortificazioni militari della Seconda Guerra Mondiale. Le rilevazioni intraprese già da alcuni anni dallo scrivente, hanno interessato in un primo momento le fortificazioni poste lungo la costa e nell’entroterra del distretto di Termini Imerese.
Successivamente, l’indagine esplorativa si è decentrata, coinvolgendo anche i territori dei versanti est e ovest tirrenici. A tal proposito mi preme segnalare nella città di Cefalù (PA) un importante intervento di recupero architettonico nei riguardi di un Posto di Blocco Costiero (PBC), risalente alla Seconda Guerra Mondiale.
La Postazione munita di tre feritoie fu realizzata a ridosso delle mura della città antica, durante l’ultimo conflitto mondiale. I lavori di restauro indirizzati alle mura megalitiche (risalenti al V sec. a.C. e poste sul fronte nord tra il Molo e la chiesa di S. Antonio), coinvolsero anche la logorata fortificazione militare del secondo conflitto mondiale.
L’intervento, facente parte del progetto “Il parco delle mura megalitiche di Cefalù” fu condotto negli anni 2004-2005, dagli esimi architetti Pasquale Culotta (1939-2006) e Giuseppe (Bibi per gli amici) Leone (1936-2012).
Il ripristino della cortina muraria che ingloba anche l’edificio militare del XX sec. permise così di restituire alla comunità, la chiara lettura delle sopraccitate strutture architettoniche.
Ecco quanto dichiarò (1) il noto studioso e architetto Pasquale Culotta, che ho avuto l’onore di conoscere, circa il recupero della cinta muraria megalitica: “Noi abbiamo avuto la fortuna di poter lavorare in un luogo straordinario, quale il fronte a mare di Cefalù, e la scogliera sottostante, zoccolo forte e naturale della città storica. Questa scogliera, articolata e maestosa, fino al giorno in cui, terminati i lavori, abbiamo aperto al pubblico, si può dire che non fosse conosciuta, meglio, non fosse praticata dagli stessi cefaludesi, che pure abitano anche le case sovrastanti. Solo alcuni, una piccolissima minoranza degli abitanti, davvero sapevano di questo luogo straordinario e lo praticavano per godere della sua bellezza. Qui ci ha guidato il presupposto del godimento estetico, nell’intento di farne partecipi i nostri concittadini e tutti i visitatori. Abbiamo voluto che chiunque, percorrendo questi spazi, potesse scoprire il rapporto intimo, suo proprio, e se vuoi intellettuale, tra il luogo e il suo proprio essere”.
Occorre ricordare che il Posto di Blocco Costiero di via Candeloro, ebbe la funzione
di controllare nel suo settore di assegnazione, i movimenti delle imbarcazioni
nemiche, e contrastare un eventuale sbarco.
(1) La dimensione della
piccola città, conversazione di Marcello Panzarella con Pasquale Culotta, sta
in rivista “AU, arredo urbano”, n.34, settembre-ottobre 1989, pp.76-85
Si ringraziano gli Architetti Marcello Panzarella, e Tania Culotta.
Giuseppe Longo
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