Cefalunews, 22 aprile 2015
Si
svolgerà oggi a Termini Imerese alle ore 11.30 presso la banchina “Sebastiano
Veniero” la scopertura della lapide commemorativa (voluta e donata dall’Autorità
Portuale di Palermo e Termini Imerese) relativa ai 48 uomini della Regia Marina
imbarcati sul sommergibile di media crociera “Sebastiano Veniero” (1).
Detta
iscrizione verrà collocata nel sito, dove era apposta una precedente lapide
commemorativa purtroppo perduta.
(1) Il “Sebastiano
Veniero” era un sommergibile di media crociera, appartenete alla classe
Barbarigo, costruito presso i cantieri FIAT San Giorgio di La Spezia, fu
impostato il 21/10/1915, varato il 07/07/1918 ed entrato in servizio il
29/04/1919.
Dislocava 796 tonnellate in emersione e 926 in immersione. Era
lungo 67 m. largo 5,9 m. e aveva un’immersione di 3,81 m.
Propulso da 5 motori
Diesel FIAT da 2600 CV e due motori elettrici da 650cv, il sommergibile era
dotato di 2 eliche. La velocità massima era di 16,8 nodi in superficie e 9,3
nodi in immersione. La sua autonomia era in emersione 690 miglia, a 16,8 nodi
oppure 1850 miglia, a 9,3 nodi; in immersione la sua autonomia era di 7 miglia,
a 9,3 nodi o 160 miglia, a 1,6 nodi.
L’equipaggio era composto da 4 ufficiali e
36 fra sottufficiali e comuni. L’armento era composto da 2 cannoni da 76/40
mod.1916, 4 tubi lanciasiluri a prua e 2 a poppa, tutti da 450 mm, a bordo
trovavano posto 8 siluri.
Il sommergibile salpò da Portoferraio il 24 agosto
1925 con a bordo 48 uomini, per partecipare a un’esercitazione nelle acque a
sud della Sicilia. Dopo la partenza, del sommergibile non si seppe più
nulla.
Dopo alcuni giorni, si venne a
conoscenza che alle ore 6.45 del 26 agosto, il mercantile Capena della Società
di Navigazione Roma, aveva avuto una collisione con un oggetto sommerso al
largo di Capo Passero.
Il mercantile che intanto aveva raggiunto Londra fu
immesso in bacino per le verifiche sulla carena. Durante l’ispezione si
riscontrarono parti di ottone riconducibile al Veniero. Dagli anni Settanta
numerose furono le segnalazioni da parte dei pescatori siciliani, di un oggetto
sommerso posto a 6 miglia da Portopalo di Capo Passero (N.d.R. in provincia di
Siracusa).
Le indicazioni portarono successivamente diversi sub a esplorare lo
specchio di mare. Fra questi, Enzo Maiorca, nel 1993, insieme ai sub della
Marina Militare e dei Carabinieri portò all’identificazione definitiva del
Sebastiano Veniero.
Oggi il sommergibile
giace a una profondità fra i 49 e 55 metri, con ancora all’interno i resti
mortali dei marinai, ciò lo rende un sacrario militare. Infatti, la Marina nel
2000, al fine di preservare il riposo dei caduti ha provveduto a chiudere gli
accessi allo scafo.
Si ringrazia per le
notizie storiche, caratteristiche tecniche e iconografia inerenti al
sommergibile Sebastiano Veniero, lo storico navale Virginio Trucco.
Ph. Angelo Casà
Giuseppe Longo
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